Gli elfi birbantelli arrivano anche in Italia. Per le feste sempre più famiglie decidono di adottare un piccolo aiutante di Babbo Natale che avrà il compito di controllare chi fa il bravo e chi no e di fare tanti scherzi divertenti. Conoscete la tradizione di elf on the shelf?
The Elf on the Shelf: A Christmas Tradition
Una tradizione partita dall’America, ma che ormai sta prendendo piede anche in Europa e in Italia. The elf on the shelf prende spunto da un’antica leggenda secondo la quale, dal giorno del ringraziamento fino alla vigilia di Natale, dei piccoli elfi aiutanti di Santa Claus si nascondono nelle case per spiare i bambini, per poi riferire al loro “Boss” chi si è comportato bene e chi no. Ripresa dal libro The Elf on the Shelf: A Christmas Tradition, scritto nel 2004 dalle autrici Carol Aebersold e Chanda Bell, la tradizione si è diffusa molto rapidamente, riscuotendo un gran successo anche grazie ad una fotografia del 2007, che ritrae l’attrice Jennifer Gardner che cammina tenendo sotto braccio una copia del libro. Da quel momento gli elfi birbantelli hanno iniziato ad entrare nelle case degli americani. Sempre più famiglie hanno iniziato ad adottarli (si perché gli elfi si adottano non si comprano) fino a diventare ad oggi una tradizione diffusa quasi come l’albero di Natale. Il libro naturalmente è diventato un best seller.
La storia dei piccoli aiutanti di babbo natale.
Vediamo cosa fa questo elfo e come arriva nelle case dei bambini dal polo nord.
Il primo passo da fare una volta adottato l’elfo è dargli un nome, senza quello non acquista i suoi poteri magici.
Il compito del piccolo aiutante di Babbo Natale è controllare come si comportano i bambini per poi riferirlo al “Boss”. Cosa molto importante, perché da questo dipenderà l’arrivo dei regali. Ogni giorno l’elfo si nasconde in un punto differente della casa e al risveglio i bambini devono scovare il suo nascondiglio ma, regola molto importante, è severamente vietato toccarlo, pena la perdita dei suoi poteri. Solo gli adulti possono farlo, ma esclusivamente se muniti di un paio di guanti speciali.
Durante il giorno l’elfo osserva come si comportano i bambini e loro possono confidarsi con lui e raccontargli i loro desideri. La notte quando tutti dormono, il piccolo elfo fa un lungo viaggio fino al polo nord, per fare un resoconto della giornata a Babbo Natale. Per compiere questo viaggio ha bisogno di una porticina magica, che gli permette di raggiungere il villaggio di Santa Claus in poco tempo e far ritorno prima dell’alba.
Caratteristica di elf on the shelf è quella di essere un vero birichino e divertirsi a fare un mucchio di scherzi (esistono libri che raccolgono gli scherzi più bizzarri). Per fare qualche esempio, potreste svegliarvi e non trovare più una ciabatta o trovare un solo biscotto dentro la scatola e dover cambiare il menu della vostra colazione (naturalmente c’è anche di peggio, ma consiglio personale, eviterei di farmi prendere la mano).
L’elfo arriva nelle case il giorno del ringraziamento e va via alla vigilia di Natale, per poi tornare l’anno successivo. Il 24 dicembre i bambini possono toccare l’elfo per abbracciarlo e salutarlo. La mattina di Natale l’elfo lascerà una letterina per salutare il suo piccolo amico e dargli appuntamento all’anno successivo, si spera assieme a tanti regali portati dal suo “Boss”: Santa.
Non tutti amano l’elfo spione
Come per tutte le cose, anche l’elfo sulla mensola ha i suoi detrattori. Chi dice sia diseducativo, poiché si tratta di uno spione e fa vivere i bambini come se fossero dentro un grande fratello edizione baby. Altri vedono come un trauma il distacco con l’elfo il giorno di Natale e poi altri milioni di motivi che rendono l’elfo un inquilino non gradito.
A noi invece questo elfetto birichino piace, e senza entrare troppo nel merito, pensiamo che come ogni cosa dipenda più che altro da come si vive, da come la si fa vivere ai bambini. Noi pensiamo che sia una tradizione divertente e non vediamo l’ora di presentare Rory a BabyNoah. La nostra Rory non è quella che che si “adotta” con il libro, ma è stata realizzata da zia Marisa.
Chissà cosa troverà Noah il 25 dicembre sotto l’albero?
Sentiamo puzza di carbone.